Natalino Crognaletti, titolare dell’azienda Fattoria San Lorenzo “Il vignaiolo”, è una persona trasparente, vera, genuina e di forte personalità che è riuscita a produrre con grande passione vini che interpretano in maniera inconfondibile il territorio.

Articolo curato dal Prof. Luigino Bruni

 

FullSizeRender_Fotor

Suo padre, Gino, gli ha insegnato ad aver cura e rispetto per il vigneto: i prodotti di sintesi sono inesistenti e l’erba viene fatta crescere solamente al centro dei filari e non sotto le viti (scelta che potrebbe creare problemi alle piante); forse è questo il motivo per cui le vigne della Fattoria San Lorenzo evocano al visitatore atmosfere di giardini giapponesi.
Natalino ha deciso di non fare vini banali e commerciali per vari motivi: scelta etica, legame con la tradizione, consapevolezza del fatto che, in un mercato sempre più globalizzato, il desiderio di valorizzare i propri prodotti non può essere impostato sulle mode del momento o sul confronto con le multinazionali del bere; i suoi vini sono invece carichi di personalità, e la lavorazione biodinamica, l’uso sapiente dell’acciaio e di contenitori in cemento permette di ottenere risultati straordinari.
Il suo Verdicchio, a partire dal “Di Gino”, creato in ricordo del babbo, viene mantenuto sei mesi sui lieviti; è sempre molto accattivante grazie a mineralità e acidità piuttosto evidenti, eleganti note di frutta; un vino da bere tutti i giorni perché… ti invoglia a farlo.
Il Verdicchio classico “Le Oche”, in particolare la splendida annata 2013, è uno tra i miei Verdicchi preferiti e l’ho assaggiato più volte: grande olfatto con note floreali, fruttate, agrumate e vegetali intense, morbido ed equilibrato, con una notevole persistenza gusto-olfattiva.
La Riserva di Verdicchio “Campo delle Oche” 2011 è un vino di grande struttura, ricco di note di frutta matura, mandorla, camomilla, spezie e leggere note di miele e zafferano, molto minerale e di grande persistenza. Tutti i Verdicchi di Natalino non fanno legno, compreso il “San Lorenzo”, che viene messo in vendita almeno dieci anni dopo la vendemmia; ottenuto con uve raccolte a fine ottobre, lasciate sui lieviti per almeno dieci anni in botti di cemento dove i lieviti vengono assimilati nel tempo e in tutta tranquillità, successivamente affina dieci mesi in bottiglia; è un vino potente ed elegante allo stesso tempo, in cui il terroir del Verdicchio è evidentissimo.
Natalino, che non definirei proprio un bianchista per il suo modo di fare vino, produce grandi rossi, su tutti il “San Lorenzo”, ottenuto da uve di un vecchio clone di Syraz che fermentano in legno, affina i primi 18 mesi in tonneaux usate, poi passano nove anni in vasche di cemento; l’ho assaggiato alcune settimane fa e l’ho trovato al naso con sentori di mora, ciliegia, prugna matura e note speziate dolci; in bocca offre un grande equilibrio tra sapidità e freschezza, con tannino non invadente; un vino ricco, robusto ed elegante, imperdibile.
C’è poi il “Solleone”, un Montepulciano in purezza che rimane trentasei mesi in botte grande, 12 mesi in cemento e affina sei mesi in bottiglia; è un grande vino che consiglio a chi ama il Montepulciano.
Il vino rosso più snello è il “Di Gino”, fatto con uve Montepulciano e Sangiovese che fermenta in cemento e matura in cemento e tonneaux per dodici mesi; è un vino di grande beva.
Non sembri esagerato se definisco straordinario il “Vigna Paradiso” 100% lacrima di Morro d’Alba, che fermenta per venti giorni in acciaio ed evolve in botte grande per trenta mesi oltre a sei mesi di bottiglia; il risultato stupisce e colpisce l’olfatto in modo davvero inusuale per un Lacrima… Chapeau!
Segnalo infine il Rosso Conero Artù”, che prende il nome dall’amato cagnolino di Natalino, dove il 60% di Montepulciano e il 40% di Sangiovese rappresentano un assemblaggio perfetto per un rosso che fermenta in acciaio per venticinque giorni, evolve in barriques usate per venti mesi solo il montepulciano, mentre il sangiovese evolve in cemento sui lieviti ed infine si fa l’assemblaggio, successivamente affina per quattro mesi in bottiglia: decisamente un Rosso Conero fuori dagli schemi…
Tutti i vini di Natalino sono grezzi senza nessun tipo di chiarifica o aggiunte, possono essere consumati anche dai vegani..

 

Hai Bisogno di + informazioni?