Bongiorno Chef,
prima che parta per le strameritate ferie, vorrei, se Lei permette, porle tre domande, a mo d’intervista, per il mio blog #trigliadibosco.
1) Qual’è il Suo sogno nel cassetto per il 2017?
Ciao Roberto,
Di sogni, ne abbiamo sempre tantissimi e più di quanto la realtà ne possa distruggere (citazione presa da Roberto Frullo).
Il 2016, vedrà la messa in atto e lo sviluppo di molti progetti già avviati,
dove tu, come accade ormai da anni, verrai inevitabilmente e con mio grande piacere coinvolto.
Il mio più grande sogno da coronare, sogno comune a tutti gli Chef che hanno ottenuto 2 stelle, è conseguire la terza stella. Sogno e traguardo difficile ed ambizioso da raggiungere, ma come diceva babbo Franco, el marit de la Bianchina de Bartulacc: si era facil, el facevan tutti!
2) Che consiglio darebbe ai giovani, che intendono intraprendere il suo mestiere?
Ad un giovane che inizia questo mestiere, dico che in esso, deve riconoscere la propria passione. Ci si mette alla prova, si verifica sul campo, con il sudore e la fatica. Se questo alla fine, si traduce in gioia vera, allora quella intrapresa, è la strada giusta da seguire. Altrimenti, meglio passare ad altro e provare nuove esperienze.
L’importante è, in ogni campo, appassionarsi a qualche cosa e soprattutto a ciò che si fa.
3) Quali sono, a suo parere, pregi e difetti, del lavoro di uno Chef di successo?
A me, sembra di vivere una gran bella vita.
Il mio mestiere, mi ha dato e continua a darmi, molte opportunità e soddisfazioni.
L’unica cosa a cui bisogna fare molta attenzione, è il proprio ego.
Quando fai delle cose e gli altri ti dicono che sei bravo, il rischio, è quello di crederci in assoluto.
Ciò non significa che non bisogna crederci. Se te lo dicono gli altri, significa che in quel momento lo sei stato,
ma solo e soltanto in quel preciso momento e secondo il parere-giudizio, di quei precisi Clienti.
Poi bisogna resettare, cancellare, dimenticarsi velocemente e saggiamente del successo ottenuto in quel preciso momento.
Il successo del momento infatti, è un elemento indubbiamente importante, poiché dà linfa, soddisfazione ed accresce la propria autostima e deve essere il punto da cui ripartire, con nuova energia, slancio e motivazione e, ovviamente, se se ne ha voglia, per costruirne uno nuovo.
Lo stesso, dicasi per gli insuccessi.
Si piange, ci si copre il capo di ceneri, ma poi, dopo un’attenta analisi e lucida autocritica, si metabolizza velocemente il tutto e, con nuova grinta, caparbieta, impegno e sudore, si guarda di nuovo avanti, verso nuove sfide e traguardi.
Ecco l’ego, che, alimentato dal successo, rischia, se non vissuto col giusto equilibrio, di farci credere a torto, di essere delle divinità.
Questo atteggiamento, poco intelligente e di grande presunzione, non può che essere dannoso e controproducente.
Ciao Roberto, preparati, sarà un anno molto intenso!