Nell’epoca della globalizzazione, dell’iper-connessione e delle relazioni sociali sempre più mediate dalla tecnologia e dai device, riemerge – quasi per contrasto – una “presenza” antica, millenaria, fatta di tradizioni, valori e comunità: il territorio.

L’Italia è territorio.

L’Appennino ne rappresenta la dorsale, in senso geografico e metaforico: è il nodo che lega l’Italia da un capo all’altro, l’anello più interno del tronco, la sua memoria profonda, genetica.
Una terra di frontiera, ai margini del turismo di massa e dei centri metropolitani sviluppati e industrializzati.

Un territorio strutturalmente fragile, sismico.
Ma anche…
Uno sciame di tradizioni, capacità, ingegno e creatività.
Luoghi che aspettano di essere rivelati.
Comunità che vogliono ritrovarsi, comunicare, condividere.

Da qui nasce la nostra idea.

L’idea di un Festival diffuso sul territorio che si propone di riscoprire e valorizzare i nostri luoghi in una dimensione integrata e sinergica, gioiosa e vitale.

Lo abbiamo chiamato Happennino, dal verbo inglese to happen che significa realizzare, accadere, diventare, esserci.

Una festival di parole, musica, incontri, luoghi, pensieri, immagini e immaginari per raccontare il nostro Appennino.

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