La gran questione dei Bianchi e dei Neri che fece seguito a quella dei Guelfi e dei Ghibellini e che decollò per tanto tempo l’Italia, minaccia di riaccendersi a proposito dei tartufi, ma consolatevi, lettori miei, che questa volta non ci sarà spargimento di sangue; i partigiani dei bianchi e dei neri, di cui ora si tratta, sono di natura molto più benevola di quei feroci d’allora. Pellegrino Artusi
Un semplice tuber che nasce ai piedi degli alberi, questo è il tartufo. Eppure in tanti secoli l’uomo lo ha trasformato nel più costoso e pregiato frutto della terra.
Il mondo del tartufo mi affascina e ho maturato la convinzione che dietro al tubero in bella vista su un’alzatine di cristallo, ci sia un microcosmo silenzioso e profondo dal quale, nel tempo,è derivata una cultura singolare se non unica.
Nei miei intenti c’è una storia, un racconto, e non certo la dissertazione tecnica, che richiederebbe competenze specifiche se possibili arricchite da una buona dose di esperienza sul campo.
Mi interessa il tartufo come frutto magnetico,come fonte di attrazione per uomini e animali, come simbolo di opulenza, come essere vivente che nasce senza sapere di essere così ricercato e nella sua semplicità e timidezza si nasconde ai più.
Oppure come capriccioso permaloso tubero, in grado di disorientare e spazientire anche i più esperti.
E poi il mondo dei tartufai e dei loro cani, gli sguardi, la complicità, la passione condivisa e la gioia reciproca nel ritrovamento; le storie, gli aneddoti e tutto quel piccolo universo nebuloso che avvolge il tartufo come una dolce foschia, che non occulta ma disorienta, non rumoreggia ma sussurra, non gesticola ma danza.
Source Tartufi Frutti della terra, figli degli dei Di Sergio Rossi
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